Creare un videocorso è un po’ come scrivere un libro o pianificare un lungo viaggio: i pezzi da mettere insieme sono tanti e il rischio (soprattutto se non lo hai mai fatto prima) è quello di partire entusiasti ma mollare alle prime difficoltà.
In questo post ti mostrerò come puoi sfruttare un metodo semi-dimenticato semplice ma estremamente efficace per diventare una macchina da contenuti e sfornare velocemente un corso dopo l’altro, con una facilità che potrebbe sembrarti impossibile fino ad oggi.
Pensaci bene… ci sono tanti scrittori che producono 1, 2 perfino 3 libri all’anno.
Quanti libri ha pubblicato lo psicologo Raffaele Morelli?
Ma anche autori di video corsi come Gianluca Sidoti o Gabriele Prevato che sfornano mini-corsi di qualità al ritmo di 5/6 all’anno (guardati le interviste se non l’hai ancora fatto).
La buona notizia?
Non si tratta di casi isolati o Mozart dell’online marketing ma hanno solo sviluppato un sistema efficace per fare soprattutto 3 cose:
- trovare un’idea interessante e che possa avere mercato
- sviluppare una soluzione unica e ben presentata (e pubblicarla rapidamente in una piattaforma online)
- avere un pubblico tiepido o caldo pronto ad acquistare il nuovo corso
Di fatto, seguono un PROCESSO simile a quello che mostro ai miei studenti di Course Legend: pianificano, producono e promuovono.
Ovviamente ciascuna di queste fasi richiede del tempo, delle competenze specifiche e degli strumenti adatti per ottenere un lavoro ben fatto e senza dispendio di troppe energie.
Nel caso di oggi quindi, ci focalizziamo soprattutto nella fase che io chiamo di RACCOLTA, ovvero quella in cui l’autore del corso (o lo scrittore di un libro):
- recupera tutto il materiale
- creare la struttura dei contenuti e
- passa alla parte operativa: ,a scrittura del corso (o del libro).
I campi di applicazione sono molteplici e in ogni settore
Ovviamente questo concetto vale anche nel caso tu voglia creare un lead magnet, un blog post leggendario, un case study, un manuale di procedure aziendali… un’opera lirica o costruire un grattacielo.
Di fatto lo puoi applicare in tutti quei casi in cui hai tanto contenuto da produrre e il rischio di sentirti sopraffatto dal lavoro che ti aspetta è dietro l’angolo ogni singolo giorno.
La curiosa scoperta di Trollope (1847)
Iniziando con il suo primo romanzo nel 1847, Anthony Trollope ha scritto ad un ritmo incredibile. Nel corso dei successivi 38 anni, ha pubblicato 47 romanzi, 18 opere di saggistica, 12 racconti, 2 spettacoli, e un’ampia gamma di articoli e lettere.
Qual era il suo segreto per creare tanti contenuti in poco tempo?
Trollope ha ottenuto la sua incredibile produttività scrivendo a intervalli di 15 minuti per tre ore al giorno.
La sua strategia è spiegata nel libro di Mason Currey, Daily Rituals, che fa uno studio approfondito delle abitudini creative di molti artisti celebri e super prolifici di fine 800 e primi 900.
Ecco cosa raccontava Anthony Trollope:
In quel momento era diventata mia abitudine – e lo è ancora, anche se negli ultimi tempi sono diventato un po’ indulgente verso me stesso – scrivere con il mio orologio davanti a me, e di richiedere a me stesso 250 parole ogni quarto d’ora…
Questa divisione di tempo mi ha permesso di creare oltre 10 pagine di un normale romanzo al giorno e se mantenuto attraverso 10 mesi, avrebbe dato come risultato 3 romanzi di 3 volumi ciascuno nell’anno…
Parliamoci chiaro…
L’approccio di Trollope può sembrare superficiale ma è molto di più scaltro di quanto possa sembrare a prima vista.
Analizziamo perché questa strategia ha permesso all’autore di essere così produttivo e come possiamo utilizzarla nella nostra vita personale e professionale.
Facciamo chiarezza sui numeri: c’è un trucco?
Come sempre, da buon ingegnere, vediamo di capire insieme se i numeri stanno insieme e fino a che punto sono replicabili anche negli anni 2000 e in un mondo totalmente digitale.
Anthony Trollope diceva di lavorare 3 ore al giorno, producendo 10 pagine di un romanzo al giorno. Fattibile, considerando che ai suoi tempi non aveva di sicuro Microsoft Word a disposizione e usava penna e calamaio.
Ma come passiamo da un testo a un video o un audio? A quanti minuti corrisponde?
Per esperienza personale, dei miei studenti e degli anni passati a scrivere ed ascoltare discorsi a Toastmasters International posso assicurarti che 1 pagina A4 di testo corrisponde a circa 3/5 minuti di speech, quindi questo si traduce in non meno di 30 minuti di contenuti per un videocorso (immaginando di limitarci a leggere quanto scritto).
Facciamo i calcoli della serva e vediamo nella tabella qui sotto a cosa ci portano se manteniamo questo ritmo 7 giorni su 7 e per un mese intero.
Otteniamo ben 300 pagine, cioè un libro più che dignitoso (soprattutto nel mondo dei manuali non-fiction, tipo quelli di cui parliamo in questa intervista sul self publishing) e ben 15 ore potenziali di video/audio.
Una enormità.
Parliamo quindi di un lavoro TOP e di un videocorso non banale, ma davvero imponente, di qualità, con una marea di contenuti e che potrebbe essere venduto per non meno di 500€ sul mercato.
Sì, ma nel 1900 la gente non aveva altre distrazioni…
Te lo concedo, anche se (come detto sopra) non poteva nemmeno permettersi il lusso di PC, monitor da 32″ in 4k, correttori automatici, Google…
Facciamo che, allora, considerando che il sabato e la domenica non si lavora, le ferie, l’aperitivo, il brunch, la Champions League, Facebook e Instagram (cazzo, ma non è che forse volete lavorare troppo poco???) si produca la metà del 1900, arriviamo comunque a produrre in un singolo mese:
- 150 pagine di solo testo
- 7/8 ore di video/audio
Lavorando 3 ore al giorno.
Più o meno quello che hanno fatto i tre autori che ho intervistato proprio su questo blog nei mesi scorsi.
Ora, mettiamo anche che uno non sia Anthony Trollope, Kafka o Gianluca Sidoti e non faccia solo quello da mattina a sera, ma abbia già un lavoro e voglia creare un videocorso o scrivere un libro per creare una rendita aggiuntiva e, se le cose vanno per il verso giusto, farlo diventare il lavoro principale.
Continua a seguirmi…
Facciamo quindi che le ore da 3 diventano 1 sola (ma concentrata) e otteniamo lo stesso risultato di prima in 3 mesi anziché 1 solo.
Non male lo stesso mi viene da pensare, no?
- 1 libro in 3 mesi
- 1 video corso di 7 ore in 3 mesi (o, più facilmente, 3 corsi da 2 ore o 2 da 3 ore… vedi tu)
Io ci metterei la firma.
Rapportato a un intero anno di lavoro, ci porta a ben 4 libri e non meno di 6 video corsi.
#mecojoni
Il problema da affrontare con i grandi progetti
Quando si tratta di fare le cose e portare a casa numeri veri, ho sperimentato i migliori risultati quando ho classificato le mie priorità in base alla loro reale importanza e quando ho fatto la cosa più importante per prima.
Quando possibile, credo che questa sia la strategia migliore perché ti costringe ad indirizzare la tua energia sui compiti di altissimo valore, “mangiando la rana” subito.
Detto questo, c’è un problema comune con questo approccio.
Dopo aver classificato le tue priorità per il giorno, se il compito numero uno è davvero un grande progetto quindi può lasciarti una sensazione di frustrazione perché richiede molto tempo per essere terminato.
Ti sembra di non finire mai nulla…
Ad esempio, la settimana scorsa stavo lavorando ad un progetto che mi ha preso due giorni per essere completato.
Martedì mattina, quando ho iniziato il progetto, sapevo che non sarei stato in grado di finire quel giorno.
Nonostante questo, pur sapendo che avrei lavorato tutto il giorno senza completare il compito, mi sono ritrovato a sentirmi FRUSTRATO dalla metà del pomeriggio.
Erano le 16:00 e avevo passato tutto il giorno a lavorare sul compito più importante, ma l’unica cosa che continuavo a vedere era un progetto incompiuto.
La mia lista delle cose da fare era lunga esattamente come al mattino sebbene avessi speso il mio tempo nel modo corretto.
Insomma… sapevo che stavo facendo la cosa giusta, ma era comunque scoraggiante vedermi ancora bloccato sul compito numero 1 quando avevo lavorato tutto il giorno solo.
Questi sentimenti di frustrazione sono un possibile rovescio della medaglia della to-do list prioritaria, specie nel caso di progetti lunghi come un libro o un video corso.
Trollope, però, ha sviluppato una soluzione semplice ma efficace a questo problema comune.
Piccole pietre miliari (o checkpoint) = più slancio
Trollope era, come detto, nel business di scrivere libri e scrivere un libro è indubbiamente un grande progetto: non è certo il tipo di attività che si può terminare in un giorno.
In alcuni casi, anche scrivere un capitolo è un compito troppo grande per un solo giorno.
Esattamente come accade a me e ai miei studenti quando dobbiamo creare un nuovo videocorso.
È una specie di sindrome da foglio bianco, per intenderci…
Il cambio di paradigma che stravolge tutto
Invece di misurare il progresso basandosi sul completamento di capitoli o libri, Trollope ha misurato i suoi progressi in passi di 15 minuti.
Check . Check
. Check
.
Diceva Anthony Trollope:
Questo approccio mi ha permesso di godere di sentimenti di soddisfazione e di realizzazione molto rapidamente mentre continuavo a lavorare sul grande compito di scrivere un libro.
Questo è un grosso risultato per due motivi:
- Piccole azioni di progresso aiutano a mantenere lo slancio nel lungo periodo, il che significa che è molto più probabile completare compiti di grandi dimensioni.
- Più velocemente completi un’attività produttiva, più rapidamente la tua giornata sviluppa un atteggiamento di produttività e l’efficienza.
Ho trovato questo secondo punto, la velocità con cui si completa il primo compito della giornata, di particolare importanza per il mantenimento della produttività giorno per giorno.
Infatti ti suggerisco, soprattutto se stai scrivendo libri, post, manuali o corsi di tenere traccia di quanto scrivi ogni 15 minuti per darti standard sempre più alti e creare una sorta di gamification all’interno del tuo lavoro.
Velocità di completamento: perché è un alleato fondamentale per creare tanti contenuti
Trollope non ha dovuto aspettare tre mesi per sentire un senso di realizzazione dal completare il suo libro né ha dovuto aspettare tre giorni, finché avesse finito un capitolo.
Ogni 15 minuti ha potuto verificare i suoi progressi e sentirsi più vicino all’obiettivo.
Concentrandosi più sul PROCESSO che sul RISULTATO finale.
Se lui aveva scritto almeno 250 parole poteva “spuntare” mentalmente quel blocco di tempo dalla sua lista e provare un senso di realizzazione immediata.
Il blocco di scrittura 15 minuti di Anthony Trollope era un indicatore di avanzamento ben progettato che ha permesso a Trollope di “arrivare al prodotto finito” più velocemente mentre lavorava ad un grande compito.
Ha capito il valore a lungo termine di lavorare sulle cose più importanti e il premio immediato di finire ciascun piccolo blocco temporale in poco tempo.
È un po’ come mangiare un cestino di ciliegie, dove una tira l’altra…
Puoi usare questa strategia per altri compiti (oltre che scrivere)
Ad esempio, invece di misurare il suo progresso in un compito più grande come le entrate mensili, un commerciale può segnare ogni telefonata di vendita che ha fatto con una graffetta.
Se stai creando la tua mailing-list e magari punti ad aggiungere 1.000 persone in 90 giorni, questo significa circa 10 persone al giorno e rende il tuo compito da “mostruso” ed estremamente difficile a gestibile nella quotidianità.
Oppure, se stai cercando fonti di traffico gratuito sfruttando varie tecniche di outreach (come mostro nel modulo 7 di Course Legend) puoi puntare a crearti la tua lista Dream 100 come obiettivo annuale, ma che si traduce in poco più di un nuovo contatto ogni 3 giorni… decisamente fattibile quando usi gli strumenti e l’approccio giusto.
Tirando le somme…
Se vuoi evitare la frustrazione di sentirti perennemente bloccato verso il raggiungimento di un obiettivo grosso e sfidante l’idea da sfruttare è quella di trovare un modo per ottenere un feedback rapido mentre lavori su progetti a medio-lungo termine.
Prima ottieni un feedback che ti stai muovendo nella direzione giusta, più è probabile che continui a rimanere in movimento, resti focalizzato sul processo corretto e alla fine porti a casa l’obiettivo finale.
Lavora sul lungo termine. Misura il tuo progresso sul breve termine.
Ora è il Tuo Turno
A volte nella botte vecchia c’è il whisky buono (fino a 70 anni lo invecchiano alla Glenfiddich e lo chiamano “il respiro degli angeli”), come nel caso della tecnica da 15 minuti di Trollope del 1847.
Con questo dovresti sapere cosa fare quando vuoi creare un corso o un libro e hai paura di non vedere mai il lavoro finito.
Ora aiutami a capire meglio TU:
- A quale aspetto del lavoro vuoi applicare questa tecnica
- Qual è l’OBIETTIVO di risultato che ti dai
- Come pensi di dividerlo per renderlo “snackable” e digeribile a piccoli morsi ogni giorno
Fammelo sapere nei commenti qui sotto. Rispondo A TUTTI personalmente.