Non hai tempo per creare un corso online? Prova questo trucco del 1847

Sei bloccato dal troppo lavoro che ti attende?

Creare un videocorso è un po’ come scrivere un libro o pianificare un lungo viaggio: i pezzi da mettere insieme sono tanti e il rischio (soprattutto se non lo hai mai fatto prima) è quello di partire entusiasti ma mollare alle prime difficoltà.

In questo post ti mostrerò come puoi sfruttare un metodo semi-dimenticato semplice ma estremamente efficace per diventare una macchina da contenuti e sfornare velocemente un corso dopo l’altro, con una facilità che potrebbe sembrarti impossibile fino ad oggi.

Pensaci bene… ci sono tanti scrittori che producono 1, 2 perfino 3 libri all’anno.

Quanti libri ha pubblicato lo psicologo Raffaele Morelli?

Ma anche autori di video corsi come Gianluca Sidoti o Gabriele Prevato che sfornano mini-corsi di qualità al ritmo di 5/6 all’anno (guardati le interviste se non l’hai ancora fatto).

La buona notizia?

Non si tratta di casi isolati o Mozart dell’online marketing ma hanno solo sviluppato un sistema efficace per fare soprattutto 3 cose:

  • trovare un’idea interessante e che possa avere mercato
  • sviluppare una soluzione unica e ben presentata (e pubblicarla rapidamente in una piattaforma online)
  • avere un pubblico tiepido o caldo pronto ad acquistare il nuovo corso

Di fatto, seguono un PROCESSO simile a quello che mostro ai miei studenti di Course Legend: pianificano, producono e promuovono.

il processo efficace per creare un corso online

Ovviamente ciascuna di queste fasi richiede del tempo, delle competenze specifiche e degli strumenti adatti per ottenere un lavoro ben fatto e senza dispendio di troppe energie.

Nel caso di oggi quindi, ci focalizziamo soprattutto nella fase che io chiamo di RACCOLTA, ovvero quella in cui l’autore del corso (o lo scrittore di un libro):

  • recupera tutto il materiale
  • creare la struttura dei contenuti e
  • passa alla parte operativa: ,a scrittura del corso (o del libro).

I campi di applicazione sono molteplici e in ogni settore

Ovviamente questo concetto vale anche nel caso tu voglia creare un lead magnet, un blog post leggendario, un case study, un manuale di procedure aziendali… un’opera lirica o costruire un grattacielo.

Di fatto lo puoi applicare in tutti quei casi in cui hai tanto contenuto da produrre e il rischio di sentirti sopraffatto dal lavoro che ti aspetta è dietro l’angolo ogni singolo giorno.

La curiosa scoperta di Trollope (1847)

I libri di Anthony Trollope

Iniziando con il suo primo romanzo nel 1847, Anthony Trollope ha scritto ad un ritmo incredibile. Nel corso dei successivi 38 anni, ha pubblicato 47 romanzi, 18 opere di saggistica, 12 racconti, 2 spettacoli, e un’ampia gamma di articoli e lettere.

quanto ha scritto Anthony Trollope

Qual era il suo segreto per creare tanti contenuti in poco tempo?

Trollope ha ottenuto la sua incredibile produttività scrivendo a intervalli di 15 minuti per tre ore al giorno.

La sua strategia è spiegata nel libro di Mason Currey, Daily Rituals, che fa uno studio approfondito delle abitudini creative di molti artisti celebri e super prolifici di fine 800 e primi 900.

Leggi il Libro Daily Rituals su Amazon

Ecco cosa raccontava Anthony Trollope:

In quel momento era diventata mia abitudine – e lo è ancora, anche se negli ultimi tempi sono diventato un po’ indulgente verso me stesso – scrivere con il mio orologio davanti a me, e di richiedere a me stesso 250 parole ogni quarto d’ora

Questa divisione di tempo mi ha permesso di creare oltre 10 pagine di un normale romanzo al giorno e se mantenuto attraverso 10 mesi, avrebbe dato come risultato 3 romanzi di 3 volumi ciascuno nell’anno…

Parliamoci chiaro…

L’approccio di Trollope può sembrare superficiale ma è molto di più scaltro di quanto possa sembrare a prima vista.

Analizziamo perché questa strategia ha permesso all’autore di essere così produttivo e come possiamo utilizzarla nella nostra vita personale e professionale.

Facciamo chiarezza sui numeri: c’è un trucco?

Come sempre, da buon ingegnere, vediamo di capire insieme se i numeri stanno insieme e fino a che punto sono replicabili anche negli anni 2000 e in un mondo totalmente digitale.

Anthony Trollope diceva di lavorare 3 ore al giorno, producendo 10 pagine di un romanzo al giorno. Fattibile, considerando che ai suoi tempi non aveva di sicuro Microsoft Word a disposizione e usava penna e calamaio.

Ma come passiamo da un testo a un video o un audio? A quanti minuti corrisponde?

Per esperienza personale, dei miei studenti e degli anni passati a scrivere ed ascoltare discorsi a Toastmasters International posso assicurarti che 1 pagina A4 di testo corrisponde a circa 3/5 minuti di speech, quindi questo si traduce in non meno di 30 minuti di contenuti per un videocorso (immaginando di limitarci a leggere quanto scritto).

Facciamo i calcoli della serva e vediamo nella tabella qui sotto a cosa ci portano se manteniamo questo ritmo 7 giorni su 7 e per un mese intero.

Quanti contenuti puoi produrre in un mese o anno?

Otteniamo ben 300 pagine, cioè un libro più che dignitoso (soprattutto nel mondo dei manuali non-fiction, tipo quelli di cui parliamo in questa intervista sul self publishing) e ben 15 ore potenziali di video/audio.

Una enormità.

Parliamo quindi di un lavoro TOP e di un videocorso non banale, ma davvero imponente, di qualità, con una marea di contenuti e che potrebbe essere venduto per non meno di 500€ sul mercato.

Sì, ma nel 1900 la gente non aveva altre distrazioni…

Te lo concedo, anche se (come detto sopra) non poteva nemmeno permettersi il lusso di PC, monitor da 32″ in 4k, correttori automatici, Google…

Facciamo che, allora, considerando che il sabato e la domenica non si lavora, le ferie, l’aperitivo, il brunch, la Champions League, Facebook e Instagram (cazzo, ma non è che forse volete lavorare troppo poco???) si produca la metà del 1900, arriviamo comunque a produrre in un singolo mese:

  • 150 pagine di solo testo
  • 7/8 ore di video/audio

Lavorando 3 ore al giorno.

Più o meno quello che hanno fatto i tre autori che ho intervistato proprio su questo blog nei mesi scorsi.

Come creare 1 corso o libro al mese

Ora, mettiamo anche che uno non sia Anthony Trollope, Kafka o Gianluca Sidoti e non faccia solo quello da mattina a sera, ma abbia già un lavoro e voglia creare un videocorso o scrivere un libro per creare una rendita aggiuntiva e, se le cose vanno per il verso giusto, farlo diventare il lavoro principale.

Continua a seguirmi…

Facciamo quindi che le ore da 3 diventano 1 sola (ma concentrata) e otteniamo lo stesso risultato di prima in 3 mesi anziché 1 solo.

Non male lo stesso mi viene da pensare, no?

  • 1 libro in 3 mesi
  • 1 video corso di 7 ore in 3 mesi (o, più facilmente, 3 corsi da 2 ore o 2 da 3 ore… vedi tu)

Io ci metterei la firma.

Rapportato a un intero anno di lavoro, ci porta a ben 4 libri e non meno di 6 video corsi.

#mecojoni

Il problema da affrontare con i grandi progetti

Quando si tratta di fare le cose e portare a casa numeri veri, ho sperimentato i migliori risultati quando ho classificato le mie priorità in base alla loro reale importanza e quando ho fatto la cosa più importante per prima.

Quando possibile, credo che questa sia la strategia migliore perché ti costringe ad indirizzare la tua energia sui compiti di altissimo valore, “mangiando la rana” subito.

eat that frog

Detto questo, c’è un problema comune con questo approccio.

Dopo aver classificato le tue priorità per il giorno, se il compito numero uno è davvero un grande progetto quindi può lasciarti una sensazione di frustrazione perché richiede molto tempo per essere terminato.

Ti sembra di non finire mai nulla…

Ad esempio, la settimana scorsa stavo lavorando ad un progetto che mi ha preso due giorni per essere completato.

Martedì mattina, quando ho iniziato il progetto, sapevo che non sarei stato in grado di finire quel giorno.

Nonostante questo, pur sapendo che avrei lavorato tutto il giorno senza completare il compito, mi sono ritrovato a sentirmi FRUSTRATO dalla metà del pomeriggio.

Erano le 16:00 e avevo passato tutto il giorno a lavorare sul compito più importante, ma l’unica cosa che continuavo a vedere era un progetto incompiuto.

La mia lista delle cose da fare era lunga esattamente come al mattino sebbene avessi speso il mio tempo nel modo corretto.

cose da fare nella giornata

Insomma… sapevo che stavo facendo la cosa giusta, ma era comunque scoraggiante vedermi ancora bloccato sul compito numero 1 quando avevo lavorato tutto il giorno solo.

Questi sentimenti di frustrazione sono un possibile rovescio della medaglia della to-do list prioritaria, specie nel caso di progetti lunghi come un libro o un video corso.

Trollope, però, ha sviluppato una soluzione semplice ma efficace a questo problema comune.

Piccole pietre miliari (o checkpoint) = più slancio

Trollope era, come detto, nel business di scrivere libri e scrivere un libro è indubbiamente un grande progetto: non è certo il tipo di attività che si può terminare in un giorno.

In alcuni casi, anche scrivere un capitolo è un compito troppo grande per un solo giorno.

Esattamente come accade a me e ai miei studenti quando dobbiamo creare un nuovo videocorso.

È una specie di sindrome da foglio bianco, per intenderci…

Il cambio di paradigma che stravolge tutto

Invece di misurare il progresso basandosi sul completamento di capitoli o libri, Trollope ha misurato i suoi progressi in passi di 15 minuti.

Check ✔. Check ✔. Check ✔.

dividere il lavoro in slot da 15 minuti

Diceva Anthony Trollope:

Questo approccio mi ha permesso di godere di sentimenti di soddisfazione e di realizzazione molto rapidamente mentre continuavo a lavorare sul grande compito di scrivere un libro.

Questo è un grosso risultato per due motivi:

  1. Piccole azioni di progresso aiutano a mantenere lo slancio nel lungo periodo, il che significa che è molto più probabile completare compiti di grandi dimensioni.
  2. Più velocemente completi un’attività produttiva, più rapidamente la tua giornata sviluppa un atteggiamento di produttività e l’efficienza.

Ho trovato questo secondo punto, la velocità con cui si completa il primo compito della giornata, di particolare importanza per il mantenimento della produttività giorno per giorno.

Infatti ti suggerisco, soprattutto se stai scrivendo libri, post, manuali o corsi di tenere traccia di quanto scrivi ogni 15 minuti per darti standard sempre più alti e creare una sorta di gamification all’interno del tuo lavoro.

Velocità di completamento: perché è un alleato fondamentale per creare tanti contenuti

Trollope non ha dovuto aspettare tre mesi per sentire un senso di realizzazione dal completare il suo libro né ha dovuto aspettare tre giorni, finché avesse finito un capitolo.

Ogni 15 minuti ha potuto verificare i suoi progressi e sentirsi più vicino all’obiettivo.

Concentrandosi più sul PROCESSO che sul RISULTATO finale.

Se lui aveva scritto almeno 250 parole poteva “spuntare” mentalmente quel blocco di tempo dalla sua lista e provare un senso di realizzazione immediata.

Il blocco di scrittura 15 minuti di Anthony Trollope era un indicatore di avanzamento ben progettato che ha permesso a Trollope di “arrivare al prodotto finito” più velocemente mentre lavorava ad un grande compito.

Ha capito il valore a lungo termine di lavorare sulle cose più importanti e il premio immediato di finire ciascun piccolo blocco temporale in poco tempo.

È un po’ come mangiare un cestino di ciliegie, dove una tira l’altra…

fare a pezzi gli obiettivi grandi

Puoi usare questa strategia per altri compiti (oltre che scrivere)

Ad esempio, invece di misurare il suo progresso in un compito più grande come le entrate mensili, un commerciale può segnare ogni telefonata di vendita che ha fatto con una graffetta.

Se stai creando la tua mailing-list e magari punti ad aggiungere 1.000 persone in 90 giorni, questo significa circa 10 persone al giorno e rende il tuo compito da “mostruso” ed estremamente difficile a gestibile nella quotidianità.

Oppure, se stai cercando fonti di traffico gratuito sfruttando varie tecniche di outreach (come mostro nel modulo 7 di Course Legend) puoi puntare a crearti la tua lista Dream 100 come obiettivo annuale, ma che si traduce in poco più di un nuovo contatto ogni 3 giorni… decisamente fattibile quando usi gli strumenti e l’approccio giusto.

Tirando le somme…

Se vuoi evitare la frustrazione di sentirti perennemente bloccato verso il raggiungimento di un obiettivo grosso e sfidante l’idea da sfruttare è quella di trovare un modo per ottenere un feedback rapido mentre lavori su progetti a medio-lungo termine.

Prima ottieni un feedback che ti stai muovendo nella direzione giusta, più è probabile che continui a rimanere in movimento, resti focalizzato sul processo corretto e alla fine porti a casa l’obiettivo finale.

Lavora sul lungo termine. Misura il tuo progresso sul breve termine.

Ora è il Tuo Turno

A volte nella botte vecchia c’è il whisky buono (fino a 70 anni lo invecchiano alla Glenfiddich e lo chiamano “il respiro degli angeli”), come nel caso della tecnica da 15 minuti di Trollope del 1847.

Con questo dovresti sapere cosa fare quando vuoi creare un corso o un libro e hai paura di non vedere mai il lavoro finito.

Ora aiutami a capire meglio TU:

  • A quale aspetto del lavoro vuoi applicare questa tecnica
  • Qual è l’OBIETTIVO di risultato che ti dai
  • Come pensi di dividerlo per renderlo “snackable” e digeribile a piccoli morsi ogni giorno

Fammelo sapere nei commenti qui sotto. Rispondo A TUTTI personalmente.

Come mangi 1 metro di cioccolato? Un cubetto alla volta...

Gremato da un nuotatore con una gamba sola

Hai presente quella sensazione profonda che hai dentro quando ti danni l’anima nel BUSINESS ma senti – in fondo in fondo – che i risultati non sono nemmeno lontanamente paragonabili agli sforzi che stai facendo?

Lo ammetto: è una sensazione di cacca 🙁

Ti fa sentire tra il frustrato, l’incazzato e l’impotente.

Ti sbatti come uno zabaione ma finisci solo per impazzire.

Leggi tutto

Psicologia e Mindset nella creazione di un video corso online

psicologia e digital mindset quanto contano per creare un corso online

Psicologa clinica e formatrice, da sempre tra le più attive nella creazione di corsi online e libri di crescita personale.

Nell’intervista di oggi ho parlato con Myriam Lopa soprattutto degli aspetti psicologici collegati alla creazione di un videocorso e di cosa blocca la maggior parte delle persone nel portare avanti con successo un progetto di questo tipo.

In particolare di come cambiare mindset e sviluppare un mindset positivo e vincente quando si tratta di creare dei contenuti digitali.

In 45 minuti super densi abbiamo parlato con Myriam Lopa di:

Chi è Myriam Lopa da Torino?

Psicologa clinica, formatrice, autrice di 3 libri e realizzatrice di vari videocorsi bestseller su corsi.it

La molla che l’ha fatta passare da psicologa a creatrice di corsi online

Fa formazione da quasi 20 anni, aveva l’esigenza di diffondere ad altri i suoi contenuti e ha cercato realtà interessate. Nonostante la risposta non esaltante del pubblico è stata contattata da un’azienda che le ha chiesto di produrre un corso su un tema “psicologico”. Da lì, vedendo i risultati, è nato il passaparola e poi la serie di corsi su Corsi.it.

Che differenza c’è tra un corso “fatto in casa” e con Corsi.it

Molti che iniziano sono sommersi da un eccesso di informazioni e non sanno come “scaricare i cavalli a terra”, anzi più se ne sanno più sono bloccati. La grossa differenza rispetto alla formazione in aula è quella che online serve dare una struttura sintetica, una sorta di decalogo. Con la prima società si è limitata a videoregistrare il corso ma non è rimasta molto soddisfatta del risultato (è un po’ pignola…) mentre con Corsi.it è stata un’altra esperienza: le ha dato un metodo, una struttura, insegnato a creare slide in modo differente rispetto alla formazione in aula (meno immagini e più punti chiave) e imparare ad andare quasi a braccio per 5/10 minuti, guardando intensamente la videocamera, con il solo supporto dei punti chiave delle slide. All’inizio questo mette ansia a molti, poi ci si prende la mano e diventa un’esperienza quasi divertente.

Ascolta “#STORIE12: Myriam Lopa (psicologia nella creazione di un videocorso)” su Spreaker.

Cosa fare quando ti senti un po’ “bastian contrario” rispetto ai tuoi colleghi?

Come in tutti i settori certe innovazioni tecnologiche trovano resistenza, ma nel tempo le cose sono cambiate (webinar, skype) e con il COVID anche i colleghi più ostici si stanno ricredendo sostiene la psicologa Myriam Lopa, autrice del libro bestseller “Le Bufale della Crescita Personale”.

intervista libro myriam lopa psicologa le bufale della crescita personaleintervista libro myriam lopa psicologa le bufale della crescita personale

Come gestire la mancanza di feedback quando si registra un corso online?

Durante una seduta si fanno cose diverse che in un corso online. In aula poi ci si basa molto sui feedback delle persone e si corregge in corso d’opera; online è impossibile e quindi bisogna essere molto sicuri dei contenuti e del proprio modo di essere e di fare, ancora più sicuro dei contenuti che rispetto all’aula (dove c’è energia, feedback, coinvolgimento)

Quanto impatta la scelta del formato in funzione del tema

Corsi di comunicazione, psicologia o public speaking richiedono lo speaker in prima persona, nel caso di materie più tecniche possono bastare slide, grafici e screencast. È anche molto importante online l’uso della voce, del timbro, delle pause… La gente non è obbligata a stare seduta ad ascoltare, quindi deve essere “acchiappata” non solo dai contenuti ma anche dal modo di esporre i contenuti, un po’ come se fossi di fronte ad un amico. Assomiglia molto alla comunicazione in radio, con tempi radiofonici e prediligendo (come nei nuovi corsi di corsi.it) la forma dialogata perché più dinamica, fresca, coinvolgente

La gestione del “seminar killer” (recensioni massacranti)

Nell’aula c’è sempre chi si mette a fare opposizione su quello che si dice ma di solito si riesce a gestire in diretta. Un videocorso, non avendo un rapporto diretto, fa scatenare i “leoni da tastiera”; Myriam Lopa suggerisce di non scartare a priori ogni critica (perché ogni tanto potrebbe celare dietro una forma pessima qualche suggerimento) ma nemmeno di farsi abbattere dalle voci troppo aggressive e senza scrupoli.

3 modi per gestire le recensioni negative con il mindset giusto

Le tre opzioni sono: cancellare il commento (se permesso dalla piattaforma), rispondere al commento o lasciare il commento senza fare nulla. Myriam elimina solo quelli volgari (specie con le donne), negli altri casi risponde garbatamente per esempio con “mi dispiace che il tuo pensiero sia questo, la prossima volta mi impegnerò a fare meglio”, senza entrare in opposizione e senza farsi abbattere.

Quando tutte le recensioni sono a 1 stella…

In quel caso la colpa può essere delle aspettative e della comunicazione/marketing/descrizione/promesse del corso. Non esagerare quindi con le iperboli perché poi le persone ne restano deluse.

Mindset positivo: Come superare il “blocco del creatore” di corsi online

Nonostante tante informazioni e corsi disponibili molti restano bloccati e non arrivano mai a terminare nemmeno un corso… cosa li blocca? La psicologa Myriam Lopa ci dice che:

  • La prima causa è che pensano di non essere in grado di creare un buon corso.
  • La seconda che ci sia qualche difficoltà di autostima che li blocca davanti alla videocamera (o riascoltando la propria voce).
  • La terza è quella della dispersione: se non ti dai scadenze (o ti danno 3/4 mesi di tempo) e non fai un piano credi di avere tempo infinito e quindi non inizi mai (o ti riduci all’ultimo ma limitando molto la qualità finale).

Quindi bisogna darsi un piano giornaliero/calendario perché una to-do list mette ansia e porta a concentrarsi solo sulle parti più facili; si parte dalla to-do e poi passare all’agenda. Darsi una data di scadenza più delle mini-scadenze che agevolano il processo e cercare di finire prima per contrastare eventuali imprevisti.

Non bisogna lavorare per soldi, fa entrare in ansia, mentre bisognerebbe lavorare per una vision, essere allineati a quella, così che poi tutto vada a posto da solo…

Myriam Lopa

Psicologa clinica

Bassa autostima e sindrome dell’impostore: come superarle?

Con l’autostima il consiglio di Myriam è creare poche slide (anche non attinenti alla materia) e allenarsi a fare un mini-corso da 10/15 minuti, facendo esercizio e pratica con lo smarphone, riguardandoti e riascoltandoti, annotando cosa vuoi migliorare. Poi farlo vedere a persone fidate che ti diano critiche costruttive, feedback positivi, suggerimenti tecnici e un po’ di motivazione.

Quanto conta l’ansia di vendere e l’ossessione del marketing nel bloccare chi parte

Molti, pur volendo fare soldi (e avendo studiato tecniche e strategie di marketing) restano bloccati perché inconsciamente non credono di riuscire a produrre un corso veramente ben fatto e che aiuti la gente; questo li blocca “eticamente” in quanto si sentirebbero di imbrogliare i clienti. Per Myriam Lopa “non bisogna lavorare per soldi”, fa entrare in ansia, mentre bisognerebbe lavorare per una vision, essere allineati a quella, così che poi tutto vada a posto da solo. Quando ci troviamo di fronte a una persona coerente non può non venire apprezzata (anche se poi ci sono i “seminar killer”) e il discorso/contenuti passano molto di più perché ritenuti coerenti. I soldi diventano quindi una conseguenza dell’impatto positivo che si ha sul mondo e sulle persone

Quali sono 2/3 errori da evitare per chi inizia a creare un corso online

Non darsi una tabellina di marcia serrata; non volerti sentire troppo bravo perché rischi di arenarti. Professionista sì, guru che se ne frega di tutti no.

Quanto (in partenza) conta la forma rispetto al contenuto?

Quando uno ha soldi ed esperienza come Corsi.it o Masterclass.com può investire per ottenere un risultato di livello quasi cinematografico, mentre all’inizio tempo e risorse sono limitate… su cosa è meglio concentrarsi quindi? Per Myriam molto meglio investire sul contenuto ma è altrettanto importante il modo di esporre, l’uso della voce in particolare

Come organizzare i corsi per chi non è davanti al pc o allo smartphone

In molti casi non viene visto il corso, ma solamente ascoltato. Questo rende ancora più importante l’uso della voce, del modularla, delle pause, soprattutto nel caso di corsi non tecnici. Riascoltarsi e prendere nota di errori, tic e vocalizzi di riempimento è fondamentale per migliorare questo aspetto. In questo caso è molto utile imparare da YouTube lato tempistiche, modalità, editing perché sono spesso molto più curati dei videocorsi.

I migliori videocorsi di Myriam Lopa…

>> Corso di Costellazioni familiari

Come liberarsi da schemi che si trasmettono di generazione in generazione e che possono essere causa di malattie, eventi sfavorevoli, disturbi psichici e fisici.

Il corso di public speaking online: https://www.unidformazione.com/corso-public-speaking-online

Gli 8 corsi di Myriam pubblicati per Corsi.ithttps://www.corsi.it/autore/myriam-lopa

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Come superare il blocco dello scrittore se crei un corso online

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